La vittoria di Keir Starmer e del Labour nel Regno Unito è da approfondire anche perché quel partito ha fatto alcune delle cose che speriamo sempre che la sinistra faccia.
Il Labour ha rotto la maledizione di essere il partito dello ZTL di Londra e delle città e ha vinto in parecchi collegi dell’Inghilterra profonda, del Galles e della Scozia che sembravano imprendibili.
Il programma del Labour mette al centro il cambiamento del sistema nazionale di welfare, impegnandosi a aumentare il numero di persone che lavorano nel servizio sanitario nazionale, a favorire la formazione degli insegnanti.
È un programma che si impegna ad affrontare la povertà infantile. Nel Regno Unito, un milione di bambini è denutrito. Si inizierà con un programma di prime colazioni gratis in tutte le scuole primarie.
E i soldi per fare tutto questo? Via le esenzioni fiscali per i super ricchi; lotta all’evasione e elusione fiscale; le scuole private dovranno pagare le tasse come tutte le altre imprese.
Il programma è nato dall’ascolto delle esigenze e delle paure dei cittadini. Per esempio sull’immigrazione. Per anni il Labour ha evitato di affrontare questo tema. Starmer si è dato una linea chiara: stroncare i traffici di persone; potenziare i programmi per l’accoglienza di rifugiati. Così, il suo primo atto da primo ministro è stato di cancellare la più assurda, inutile e costosa politica dei Conservatori: la deportazione degli immigrati in Rwanda.
Tanti fattori hanno contribuito alla più grande vittoria del centrosinistra da decenni. Ma il cambiamento del Labour, gli impegni con cui si sono vinte le elezioni meritano di essere approfonditi senza pregiudizi. Per questo con Filippo Sensi Pietro Bussolati e Diego Castagno abbiamo scritto un instant book “La Quarta Via” che trovate gratuitamente qui www.laquartavia.net oppure nelle edicole di Roma con il Riformista e da martedì anche a Milano.
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