Nelle stesse ore in cui in Russia si svolgeva l’insediamento per il quinto mandato presidenziale di Putin, in Commissione Esteri della Camera abbiamo invitato per un’audizione informale Mikhail Khodorkovsky, attivista dell’opposizione russa in esilio. Khodorkovsky è stato illuminante nella sua analisi di quella che è la Russia di Putin oggi e anche del ruolo che l’Italia potrebbe ricoprire nell’opporsi a questo regime.
Khodorkovsky ci ha tenuto a sottolineare, facendo riferimento specialmente a tutti quei rappresentanti di governi occidentali che sembrano ancora non capirlo, come Putin non sia un capo di Stato del ventunesimo secolo, ma che sia un leader di un vero e proprio raggruppamento mafioso. Suggeriva infatti di considerare ogni aspetto dell’interazione con Putin con questa lente: i negoziati vanno portati avanti nello stesso modo con cui si portano avanti i negoziati con gruppi mafiosi che hanno preso degli ostaggi; i 200 miliardi di rubli che oggi sono congelati all’estero non vanno percepiti come denaro di cittadini russi o dello Stato ma come soldi della mafia che verrebbero utilizzati soltanto per obiettivi mafiosi; e i dissidenti che decidono di opporsi a questo sistema vanno tutelati come si tutelano le vittime di mafia, garantendo loro opportunità in occidente. Proprio per via della sua esperienza nel contrasto alla mafia, diceva Khodorkovsky, l’Italia potrebbe svolgere un ruolo importante nello scrivere una legge sulla maniera in cui bisogna interagire con il regime di Putin in Europa.
Facendo nostri i suggerimenti di Khodorkovsky, continueremo a portare avanti il lavoro di contrasto al regime di Putin (come quello sulla proposta di legge per aiutare i dissidenti russi in Italia che ho depositato) e a premere affinché il governo si renda protagonista di questo percorso. Sarebbe però utile che anche alcuni membri del nostro governo riascoltassero le parole di Khodorkovsky e ne traessero qualche lezione.
Si può risentire l’audizione qui: https://webtv.camera.it/evento/25279
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