Cosa succede alle famiglie quando non vengono garantite le classi a tempo pieno? È semplice: se il tempo pieno a scuola non c’è, i figli escono da scuola presto e qualcuno deve andare a prenderli. Questo significa che se i nonni non ci sono, i genitori devono pagare una persona che si possa occupare dei bambini in loro assenza oppure uno dei due (e in Italia spesso sono le madri) deve optare per un lavoro part-time. E questo crea un circolo vizioso di disparità tra i genitori o una spesa economica in più per la famiglia.
È esattamente ciò che sta accadendo a tante famiglie lombarde, dopo che l’ufficio scolastico regionale lombardo ha inviato delle lettere di assegnazione a più istituti di classi a tempo normale, invece che a tempo pieno come erano state richieste. 43 presidi milanesi hanno poi scritto al provveditorato chiedendo degli investimenti continuativi nelle scuole per poter assumere docenti di ruolo e garantire le classi a tempo pieno alle primarie. Oggi tante famiglie e le comunità scolastiche degli Istituti comprensivi Massaua Scrosati Caldarelli e Iqbal masih
hanno marciato verso il provveditoriato: non per un capriccio o un vezzo, ma per un’urgente necessità di tante famiglie. Per questo ho presentato un’interrogazione al Ministro Valditara: per sottolineare l’urgenza delle classi a tempo pieno e capire come il governo possa andare incontro alle richieste di questi genitori e dirigenti scolastici.
Quando si parla di diritti delle donne, parità salariale o del grande problema della denatalità nel nostro Paese, si dovrebbe parlare anche di questo: dell’impatto che questa mancanza di servizi ha sulle famiglie.
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