Il Consiglio europeo, riunito in questi giorni a Bruxelles, si pone l’ambizioso obiettivo di adottare misure straordinarie per combattere la piaga della disoccupazione giovanile che, soprattutto nei paesi del Mediterraneo, ha raggiunto livelli elevati e non appare di facile risoluzione.
L’idea di un’Europa che si affidi soltanto alle discussioni tra capi di Stato e di governo ha dimostrato infatti di non saper rispondere a pieno alle moderne sfide che ci troviamo ad affrontare, per questo riteniamo necessario allargare il dibattito al fine di aumentare gli spazi di confronto tra istituzioni e società civile. Nell’incontro avuto con il presidente Schulz, il presidente della Commissione Lavoro e il vice presidente della commissione Bilancio, abbiamo evidenziato la necessità di un coordinamento molto più stringente tra le politiche nazionali e quelle europee a favore dell’occupazione giovanile.
Alla luce di questo evento, i membri under 35 dei parlamenti europei con l’Intergruppo Gioventù e il Forum Europeo della Gioventù hanno unito le forze per presentare un’iniziativa congiunta con l’obiettivo di aprire un confronto per individuare le misure più adatte per combattere la disoccupazione, un tema che deve trovare nel contesto europeo la sua primaria risoluzione. Durante il dibattito abbiamo condiviso una lettera aperta destinata al presidente del Parlamento europeo, Martin Schultz, e ai capi di Stato e di governo continentali. Questo primo incontro vuole rappresentare l’avvio di un confronto fra i giovani membri dei Parlamenti europei per lo scambio di buone pratiche e il coordinamento tra i diversi interventi legislativi realizzati a livello nazionale ed europeo.
In particolare abbiamo chiesto che l’Unione europea si impegni su due fronti: l’aumento del fondo «Youth Guarantee», un progetto che dovrebbe garantire ai giovani che hanno perso il lavoro o hanno terminato il loro percorso di studi di trovare un’occupazione adeguata in quattro mesi, e una maggior tutela per stage e tirocini. Il quadro finanziario pluriennale sarà uno strumento fondamentale per costruire un’Europa forte, competitiva e moderna che riesca a sostenere i giovani durante questo periodo di crisi. Per questo motivo riteniamo che i sei miliardi di euro destinati al fondo debbano essere raddoppiati e, per renderne incisiva l’azione, sia data la possibilità agli Stati di concentrare l’utilizzo dei fondi nella fase di avvio. Per quanto riguarda stage e tirocini deve essere fatto ancora molto e questa fase di crisi rappresenta il momento più adatto per intervenire. Bisogna attuare un sistema che protegga il diritto all’istruzione e il lavoro degli stagisti e per questo sosteniamo con forza il lavoro della commissione europea per lo sviluppo di un quadro che garantisca la qualità dello stage entro la fine dell’anno. A questo proposito, il Fondo sociale europeo deve essere dotato di risorse adeguate per finanziare progetti volti a sostenere il miglioramento dei sistemi di istruzioni e di lavoro.
Mercoledì è stato segnato un primo ma importante passo per costruire un’Europa che, al di là delle dichiarazioni, affronti davvero e con forza il dramma della disoccupazione giovanile, un’Europa che sia davvero terreno per un’azione comune. Da parte nostra, nel prossimo incontro che avremo a novembre, vigileremo perché si proceda esattamente in questa direzione.
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