Secondo uno studio europeo che si è occupato di classificare le regioni europee sulla base della loro competitività, la Lombardia esce dalle 100 regioni più competitivi finendo al 128° posto.
Cosa si intende per competitività? Vi sono stati principalmente tre grandi gruppi di indagine: ciò che viene considerato basilare per il funzionamento di un’economia (istituzioni, stabilità macroeconomica, infrastrutture, sanità, qualità dell’istruzione); efficienza (qualità delle università e dell’apprendimento permanente, efficienza del mercato del lavoro, dimensioni del mercato); innovazione (livello tecnologico, innovazione).
Questa classifica deve spingerci ad una riflessione seria e profonda sulla Lombardia e in particolare su Milano e la sua capacità di attrarre talenti ed investimenti fornendo loro il giusto incubatore per svilupparsi.
Scrive giustamente Dario Di Vico sul Corriere della Sera di domenica che “Milano ha sicuramente una centralità nei flussi di uomini e merci del Nord, centralità che però non diventa mai vera egemonia, progetto di integrazione. Resta una distanza culturale troppo ampia tra la metropoli e i territori e ciò non solo per il riproporsi di vecchie logiche città-contado ma anche per una debolezza delle classi dirigenti milanesi nel tematizzare il legame con la dimensione locale.” La risposta alla crisi dll’Italia parte da Milano e la sua Area metropolitana e bisogna lavorare meglio e di più per render i nostri territori più attrattivi e per rimediare al non fatto del governo nazionale e regionale della Lega e del Pdl.
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