Quanta rabbia, quante lotte servono per cambiare in meglio la vita delle persone.
C’è chi dice che il corpo dimentica la fatica fatta per arrivare a un determinato risultato. Altrimenti, se ricordasse, non si imbarcherebbe in altre grandi imprese.
Leggendo il libro di @_martastella_ , “Clandestine. Il romanzo delle donne”, ho pensato che forse accade lo stesso al corpo vivo della società. Per arrivare nel 1978 ad approvare in Italia la legge 194, quella che garantisce il diritto ad abortire, ci sono volute infinte lacrime, urla, centinaia di manifestazioni. Ci sono voluti arresti, donne che con grande pericolo personale hanno prestato le loro case ad altre donne e ai medici per effettuare aborti sicuri (ma illegali) in luoghi protetti. C’è stato bisogno del lavoro minuzioso e tenace di donne coraggiose che sono andate a intervistare in modo scientifico altre donne e hanno capito che allora in Italia abortivano centinaia di migliaia di donne l’anno (alcune stime dell’epoca dicevano 2 milioni), e morivano di aborto migliaia di donne l’anno solo nel nostro paese. Sono servite rotture, nelle famiglie, nei rapporti sentimentali, tra medici. Tra chi si impegnava per aiutare le scelte delle donne, anche rischiando il carcere, e chi taceva. C’è stata bisogno di una enorme energia data dalla sorellanza.
Non so se abbiamo dimenticato tutto questo, se il nostro corpo dimentico si è distratto. So che questo libro è utile per sapere e per ricordare.
E per chiederci oggi: Cosa ne sarà di ciò che è stato delle donne sino a qui? Per cosa vorremo lottare ancora noi donne?
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